Un benvenuto a tutti....
Internet è un luogo, un ambiente, fatto di persone e delle loro miriadi di interazioni. Non è meramente una tecnologia ma un modo di collaborare, condividere e aver cura gli uni degli altri. Le imprese che riconoscono i valori umani dell’internet avranno più probabilità di successo nei mondi artificiali dell’era digitale perché capiranno che l’artificiale è radicato nella realtà e la realtà ha la radice nei nostri cuori.
In realtà internet non è più "artificiale" di qualsiasi altro sistema, nuovo o antico, di comunicazione. Che cosa incontriamo, se esploriamo la rete? O una persona, o l’opera di una persona che ha scritto qualcosa e ce lo offre. La qualità, il valore, il senso dei contenuti e degli scambi è determinata dalle persone.
Ci sono caratteristiche proprie della comunicazione in rete, che la rendono un po’ diversa dalle altre forme di scambio umano. Ci sono anche modi e norme di comportamento che in parte riflettono i normali criteri della convivenza civile e in parte sono determinati a questo specifico contesto. Ci sono possibilità straordinarie di gestione dei contenuti offerte dalla struttura "ipertestuale". Ci sono differenze, e soprattutto nuove possibilità, offerte dalla "comunicazione elettronica interattiva" Ma prima di pensare a queste particolarità è meglio concentrare l’attenzione su ciò che già sappiamo a proposito di rapporti umani; e pensarli come dialogo personale, non come messaggi unilaterali "da uno a molti".
Il segreto di una comunicazione efficace è sempre lo stesso: mettersi nei panni dell’altra persona. Se pensiamo ai "grandi numeri", o a un pubblico indistinto; se diamo la priorità e ciò che piace a noi, e non a ciò che interessa agli altri; insomma se ci "parliamo addosso"... abbiamo scarse probabilità di farci capire o di suscitare interesse. Questo è vero in ogni forma di comunicazione umana. Ma diventa ancora più importante in rete perché l’eccessiva enfasi sulle tecnologie può farci perdere di vista i valori umani; e perché quando non vediamo l’altra persona, o non ne sentiamo immediatamente la voce, possiamo avere la falsa sensazione che non si tratti di un dialogo.
Nonostante i tentativi di piegare la rete ai moduli dei mezzi "a senso unico", occorre ricordare che chi ci legge non riceve passivamente la nostra comunicazione. Ha dovuto in qualche modo impegnarsi per venirci a cercare.
Non ha tempo da perdere; se non trova ciò che cerca può andarsene in un istante, senza neppure salutare. Si aspetta risposte e si aspetta un dialogo.
M.Baldassarre
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